La salute di uno stato

La salute di uno stato

By on 24 Apr 2013 | 0 comments

Per misurare il benessere e le condizioni di vita di uno Stato, prima di tutto occorre controllare il suo motore: “l’Economia”. Proviamo subito a verificarne il suo livello di crescita.

Così come il flusso di sangue pompato dal cuore di un essere umano in una determinata unità di tempo testimonia lo stato di salute, così l’ammontare di tutti i beni e i servizi finali prodotti da uno Stato in un certo periodo di tempo (per esempio l’anno solare), testimonia la sua “forza”.

Nel campo economico tutto deve essere tradotto in moneta. Si determina allora il PIL, Prodotto Interno Lordo, come valore monetario di tutti i beni e i servizi finali.

Per il calcolo di questo indicatore non si deve tener conto dei beni e i servizi intermedi, utilizzati per la produzione. Cioè non si calcolano i beni usati per produrre altri beni.

Un esempio: il prezzo della carta necessaria a realizzare un libro non deve essere calcolato come valore a se stante, poiché verrà inglobato nel prezzo finale del bene ottenuto. Altrimenti avremmo conteggiato due volte gli stessi importi. Errori del genere porterebbero a “sopravvalutare” il PIL.

Il PIL può anche essere visto come somma dei valori aggiunti dei soggetti, pubblici e privati, che fanno parte del sistema Stato. Il valore aggiunto è la differenza tra i prodotti e servizi venduti (output) e quelli acquistati (input). La somma dei valori aggiunti ci darà il totale della ricchezza che si è formata nello Stato, ossia il suo PIL.

Per calcolare il totale, lo Stato considera tutte le produzioni generate da tutti i soggetti a lui noti, quindi le attività prodotte fuori dalle regole del mercato del lavoro non sono mai calcolate. Si tratta di quelle produzioni sommerse che hanno un valore economico, ma che non sono conosciute e quindi non possono rientrare nel calcolo del PIL.

Nello stesso modo, non vengono calcolate alcune attività molto faticose, ma prive di valore economico, come il lavoro domestico fatto dalle mamme o dai papà casalinghi. Non si paga nessun prezzo in danaro per aver la casa pulita!

Ed infine sfugge alle indagini anche la produzione del contadino che consuma direttamente i beni coltivati nel proprio orto, il cosiddetto autoconsumo.

Anche se ben calcolato, il PIL non riesce ad esprimere univocamente lo stato di salute di un Paese. Bisognerebbe considerare altri fattori, come il livello di alfabetizzazione, lo sviluppo dei servizi sanitari e sociali, l’aspettativa di vita alla nascita, la tutela dell’ambiente in cui si vive.

Insomma, non è affatto detto che in uno stato avente un PIL molto elevato si viva bene!

Crediti

Una produzione:

  • ISIS Europa – Pomigliano d’Arco – www.isiseuropa.gov.it
  • MIUR – Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Testo a cura di:

Bibliografia

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Prof. ssa Imperatrice Natale About Prof. ssa Imperatrice Natale
Docente di ruolo dal 2001 nella scuola primaria e dal 2007 nella Scuola Media Superiore di Secondo Grado per la classe di concorso A017, sono referente della Commissione Orientamento e collaboratrice della Dirigente Scolastica presso l'Isis Europa di Pomigliano d'Arco. Mi occupo di didattica orientativa, al fine di formare ed educare i giovani ad orientarsi, con particolare attenzione a mettere in campo tutte le azioni per sostenere l’interesse e la motivazione degli studenti.

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